NON CANCELLATE LA SCUOLA!
Per proseguire la mobilitazione nazionale dei precari della scuola, il Coordinamento Precari Scuola nazionale (CPS) organizza un presidio davanti alle sedi giornalistiche della R.A.I. (Radio Televisione Italiana) in tutte le Regioni d'Italia per Venerdì 6 Novembre.
I coordinamenti e le reti dei precari della scuola della Toscana appoggiano e rilanciano l'assedio alle redazioni regionali della TV pubblica per chiedere ai mezzi di informazione maggiore attenzione verso i problemi del precariato e verso la condizione della scuola pubblica. I precari e le precarie della scuola sono oggetto del più grosso licenziamento di massa della storia delle Repubblica, mentre la miseria economica della scuola pubblica italiana impedisce di assicurare un’istruzione di qualità e delle pari opportunità formative a causa dei tagli al personale, dell'enormità del numero di alunni per classe, dell’illegalità edilizia delle aule e dell'azzeramento delle risorse del Fondo d'Istituto delle scuole: tutto questo trova ben poca risonanza sui mezzi di informazione locali e nazionali.
Il governo vuole cancellare il futuro di docenti precari e studenti
La stampa non cancelli la scuola!!!
L’informazione ci vuole, ma non basta! I precari e le precarie della scuola chiedono:
Ø Il ritiro dei tagli alla scuola previsti dalla legge 133/2008 e un consistente investimento di risorse per la scuola pubblica statale
Ø Il ritiro della riforma degli istituti tecnici e professionali e dei licei
Ø Il ritiro del disegno di legge Aprea
Ø Il ripristino delle compresenze nella scuola elementare e la valorizzazione del tempo pieno
Ø Un piano di assunzione a tempo indeterminato di tutte/i le/i precarie/i della scuola
Ø La non conversione in legge del decreto “salvaprecari”
Ø Equiparazione dei diritti delle/dei docenti a tempo determinato con quelli delle/dei docenti a tempo indeterminato
Ø Riconoscimento degli scatti di anzianità a tutto il personale precario della scuola e non, attualmente riconosciuti alle/ai sole/i docenti di religione
Ø Le dimissioni della ministra Gelmini per manifesta incompetenza in materia di scuola
VENERDì 6 NOVEMBRE, ORE 16:00
PRESIDIO
davanti alla Redazione R.A.I. della Toscana
Via A. De GASPERI 1, FIRENZE
Rete dei Precari della Scuola della Toscana
Rete precari della scuola Livorno (precaridellascuola@inventati.org); Cordinamento precari scuola Pisa (precariscuola.pisa@gmail.com); CIPì Firenze (cipiscuola@gmail.com), CPS Siena (cps.siena@gmail.com); Comitato precari scuola Arezzo (precariscuola.arezzo@gmail.com)
Il documento del Cordinamento Precari Scuola Nazionale:
IL CPS CONTRO L’OSCURAMENTO MEDIATICO
Il CPS Coordinamento Precari Scuola indice per venerdì 6 novembre un sit-in contemporaneo in tutta Italia davanti alle sedi regionali della RAI per protestare contro l’oscuramento mediatico di cui siamo stati vittime.
Dalla fine di agosto, i precari di tutta Italia si sono mobilitati per protestare contro i tagli all’istruzione. In realtà, la nostra lotta per la difesa della scuola pubblica e del nostro posto di lavoro dura da più di un anno, da quando, cioè, si è palesato il progetto del governo di smantellare il sistema pubblico di istruzione, formazione e ricerca. Lo scempio che ora è sotto gli occhi di tutti era prevedibile fin da allora, da quando, con la Legge 133, il governo ha deciso di tagliare 8 miliardi di euro alla scuola, con conseguente riduzione dell’organico di 87.000 docenti e 43.000 ATA in tre anni. Il destino di noi precari, da allora, è segnato: una parte consistente di noi verrà estromessa definitivamente dal mondo della scuola.
La drammaticità della nostra situazione, però, è stata taciuta dai mezzi di informazione. Per rompere il muro di silenzio che per lungo tempo ha circondato le nostre mobilitazioni, abbiamo dovuto mettere in atto le forme più eclatanti di protesta, dalle occupazioni dei provveditorati ai presìdi permanenti, dagli incatenamenti agli scioperi della fame. Siamo dovuti ricorrere a forme di mobilitazione ad alto impatto mediatico, per avere i riflettori puntati su di noi per qualche giorno. Ma, passati i momenti più “caldi”, è calato nuovamente il sipario sul precariato scolastico. Persino la nostra manifestazione nazionale del 3 ottobre, salvo rare eccezioni, è passata sotto silenzio ed è stata completamente oscurata proprio dalla manifestazione per la libertà d’informazione. Certo, non sono mancate interviste, foto, riprese, ma di tutto questo materiale ben poco è stato effettivamente mandato in onda dalle televisioni o pubblicato sui giornali. Se si è parlato di scuola, lo si è fatto per lo più facendo sentire una sola campana, quella del governo e del ministro dell’istruzione, che mistificano la realtà e presentano come provvidenziali provvedimenti che in realtà distruggono la scuola.
Se i mezzi d’informazione si occupassero costantemente della scuola, raccontando ciò che veramente sta accadendo, dietro i grembiulini, il voto in condotta e il “salvaprecari”, non avremmo bisogno di salire sui tetti o di metterci in mutande davanti ai provveditorati.
Chiediamo, dunque, alla stampa e ai mezzi d’informazione di raccontare il paese reale, non quello delle “escort” e dei festini, ma quello delle lotte sociali e delle mobilitazioni dei lavoratori. Noi continueremo la nostra battaglia per il ritiro dei tagli, per la difesa del diritto al lavoro e del diritto allo studio sanciti dalla Costituzione, e lo faremo mettendo in campo tutte le forme di mobilitazione che riterremo opportune. Chiediamo dunque che, diversamente da quanto accaduto sino ad ora, i mezzi d’informazione diano adeguato spazio alla voce dei precari ed invitiamo ad aderire e partecipare al sit-in non solo il mondo della scuola, ma anche la società civile e tutte quelle forze che hanno a cuore la difesa della democrazia, della Costituzione e della scuola pubblica. La scuola pubblica è un patrimonio inestimabile di tutta la società e costituisce, forse, l’ultimo baluardo di democrazia nel nostro paese. La sua difesa, pertanto, è interesse di tutti, non solo dei precari, ed è per questo che i media hanno il dovere di informare.
COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA
1 commento:
Seguendo la scuola del suo superiore, la Gelmini non si dimette neanche dopo il secodno commissariamento.
Ho visto l'ultimo lavoro di Michael Moore, "Capitalism" e mi sono persuasa della necessità di protrarre in modo estenuante le nostre proteste, sebbene sembri assurdo protestare al fine di ottenere diritti costituzionali.
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